My piece for the Italian festival website and blog (also with translation!)
It is the kind of thing that’s hard to explain; the curve of a lover’s body, the shape of a line on the page, the route of the path the word travelled on, the shape of my own life because of it.
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It is as difficult to find the moments of peace to sit down and write as it is to put the actual word on the page. And yet without that moment, or the search for it, there is no peace.
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These are some of the things that made me stay at the inn for too long – a destructive relationship, an unshakeable lack of believe, rejection upon rejection upon rejection, work, laziness, the fear of never being the kind of writer I dream of being, life.
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And what is that intangible thing that makes you put one foot in front of the other?
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The whiteness is as vast as any black hole or galaxy. It is the shapeless mould of my dreams.
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But it is as much about what goes unsaid as what is said. As the words etch
themselves out into the white space that surround them it is the shape they make, that they themselves create, that is the journey.
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The initial idea is revealed. Then it must be chipped away until a smoother shape starts to appear. The shape of a poem on the page or a character’s memories must then be carved, sanded and polished until finally there is nothing else that can be done and it must be left where you found it.
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Practice (n) the actual application or use of an idea, belief, or method, as opposed to theories relating to it, regular exercise of an activity or skill is the way to become proficient in it.
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Then there is the inevitable disappointment that whatever has been written doesn’t quite capture what you meant to say.
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It’s so easy to see just how insufficient language really is. And so you start again because this will be the one. The next one will definitely be the one.
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Riflessioni su un viaggio
(traduzione di Barbara Gozzi e Federica Sgaggio)
(traduzione di Barbara Gozzi e Federica Sgaggio)
È il genere di cosa difficile da spiegare; la curva del corpo di un amante, la forma di una linea sulla pagina, l’itinerario del percorso che la parola ha attraversato, e, di conseguenza, la forma della mia vita.
Trovare i momenti di pace per sedersi ha scrivere è difficile quanto l’atto effettivo del mettere le parole sulla pagina. Eppure, senza quel momento, o senza la ricerca di quel momento, non c’è pace.
Queste sono alcune delle cose che mi hanno fatto rimanere al coperto per troppo tempo – una relazione distruttiva, un’irriducibile mancanza di fiducia, un rifiuto dopo l’altro, il lavoro, la pigrizia, la paura di non arrivare mai a essere il tipo di scrittrice che sogno di essere, la vita.
E qual è quella sostanza immateriale che ti fa mettere un piede davanti all’altro?
Il biancore è grande come qualunque buco nero, come qualunque galassia. È lo stampo informe dei miei sogni.
Il biancore è grande come qualunque buco nero, come qualunque galassia. È lo stampo informe dei miei sogni.
Ma si tratta tanto di ciò che viene taciuto quanto di ciò che si dice. Poiché le parole si incidono nello spazio bianco che le circonda, si tratta della forma che esse creano, della forma che le parole si creano da sole: il viaggio è questo.
L’idea iniziale è una rivelazione. Poi deve essere frantumata fino a quando non comincia a rendersi evidente una forma più arrotondata. La forma di un poema sulla pagina o i ricordi di un personaggio devono a quel punto essere scolpiti, levigati e lucidati finché, alla fine, non c’è nient’altro che possa essere fatto, e tutto dev’essere lasciato dove l’hai trovato.
Pratica (sostantivo): l’applicazione fattuale o l’uso di un’idea, una convinzione, o di un metodo, in contrapposizione alle teorie che la riguardano; l’esercizio abituale di un’attività o di una capacità è il metodo per diventare esperto in quella pratica.
Poi c’è l’inevitabile delusione per il fatto che qualunque sia la cosa che è stata scritta, essa non riesce a esprimere esattamente quello che intendevi dire.
È così facile rendersi conto di quanto il liguaggio sia effettivamente insufficiente. E così si comincia daccapo, perché questo sarà quello giusto. Il prossimo, assolutamente, sarà quello giusto.
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